domenica 12 ottobre 2014

WINTER SLEEP

"Sii sincero: pensi che io lanci messaggi da donna da una serata via? E' una mia questione..".
"No! Il contrario!".
Nasce da un confronto con Gian Paolo. E pare proprio argomento degno di questo Blog. Ma non è stato lui a rispondermi. L'ho chiesto direttamente a Mr D.
Mi vergogno un po' a tirare fuori questi post alla Sex and the City.. ma ho parlato di cose troppo "impegnative". O superficialmente impegnative. Eppure Pasolini riempie l'angoscia del senso dell' esistenza. Per me. Come la Pinacoteca e tutte le mostre che rincorro.
Scriviamo anche qualche "minchiata".
Sgrezziamo un po'. Così divento più simpatica. Anche se ieri sera John mi ha detto di andare in profondità. Alla "cosa" come la chiama lui. E ogni volta che dice così, penso al film horror "La Cosa". Sarà per questa associazione che non riesco ad andare tanto a fondo?

Comunque, ho chiesto a Mr D. Qualche sera fa, ho dato di "matto". Ho meno pazienza. Ed ho iniziato una filippica contro pietas, analisi e razionalità. E l'ho fatto a modo mio. " Cazzo Annalisa, anche tu sei umana!". Ha esclamato Mister.
Beh si. Ma io soffro proprio perché sono dentro la mia umanità. Anzi, sono invischiata nella mia umanità. Ho dubbi. Domande.
Questi giorni, in questo periodo, è come se la vita venisse a dirmi e darmi messaggi di chiusura. E'  come se mi si dicesse: "Insomma, adeguati, piegati, smetti di battere sempre lo stesso chiodo, tanto non metterai mai il tuo quadro".
Ne parlo sempre con Fassbinder. Mi sono pure fatta un test idiota sere fa. Risultato: nella tua vita precedente eri un giocoliere da strada, senza fissa dimora e padrone, per questo non trovi il tuo posto in questo mondo.
E che si fotta pure il test! Mi prendono in giro tutti. Insomma, ho rotto piatti e bicchieri. Sere fa. Da sola. Io non me la prendo con gli altri. Me la prendo con me stessa e le mie cose. E poi mi sono messa a scrivere.
"Uscite fuori. Mettetevi nelle parole mostri inadeguati  che vivete dentro di me!".
Ho "tirato" così tutta la settimana scorsa. In un senso di vago divagamento introspettivo. Così oggi mi sono alzata tardi. Ho fatto una corsetta e dopo aver fatto la spesa, mi sono "portata" al Bicocca. Uci Cinema.
E mi sono fatta scegliere dal film. Con Othello. Winter Sleep.
"Ha vinto a Cannes questo"
"Andiamo bene..." mi ha risposto. Lui che guarda tutti i kolossal e i film dove fanno "pum pum pum!! Muori bastardo!!"  o le commedie di plastica.. con me ha visto le cose più strane.
"Speriamo che ci sia almeno qualcuno in sala e non sia vuota come a tutti i films che scegli tu..".
E invece la sala è abbastanza popolata. Ma sono tutti vicini ai sessant'anni oppure ci sono coppie lesbo, con le spalle ritirate e i brufoli da mezza età.
Buio. Le prime immagini sull'Anatolia mi affascinano. Il senso di lontananza. Di deserto.
E' un film sulle distanze. E' stato il primo pensiero. E poi parole. Troppe.
Tre ore e un quarto di parole, silenzi, primi piani, luoghi chiusi e claustrofobici e le inquadrature di una paesaggio isolato. Solo.
Un ex-attore, Aydin, conduce una vita semplice. Ma agiata. Possiede un Hotel le cui stanze sono state suggestivamente incastonate in delle simil-caverne, più alcune abitazioni nel paese limitrofo. Vive con la giovane moglie Nihal e la sorella Necla, ospitando pochi clienti alla volta per via dell'ubicazione.
Rari gli incontri in un luogo dove tutto può solo diventare routine. Pericolosa routine. Devastante routine.
In una delle prime scene un bambino che va ancora alle elementari tende a suo modo un'imboscata ad Aydin, rompendogli il vetro dello sportello dell'auto con una pietra.
Ci vorranno un paio d'ore non tanto per capire il perché di quel gesto, quanto per comprenderne a fondo le motivazioni, accostandosi quanto più vicino possibile alla pesante atmosfera che si respira in quei luoghi quasi spettrali.
Ceylan, il regista, vuole dirci che tutti si trovano sulla medesima barca. Non importa quanto diversi siano i temperamenti, le indoli, e quanto tutto ciò renda incompatibili: da lontano la visione d'insieme ci consente di andare oltre, inquadrando la condizione in cui si trovano tutti. E questo azzera di colpo ogni tesi o ragionamento sostenuti sino a quel punto.
Winter Sleep è mosso da una passione viscerale nel volerci consegnare i limiti, le difficoltà, gli errori (sempre gli stessi), di chi, uomo, neanche in un ambiente del genere riesce a puntare all'essenziale. Aydin ripete costantemente di essere una persona semplice, facendo però pesare come un macigno tale presunta semplicità. Non ci tocca neppure chissà quale fatica interpretativa per rintracciare le peculiarità di ciascun personaggio: ci pensano loro a vomitarsi piccate analisi l'un l'altro.

Ceylan, attraverso uno sparuto gruppo composto da appena qualche elemento, riesce a mettere a nudo noi stessi, ciascuno di noi. E ci riesce con le numerose e talvolta volutamente tedianti conversazioni. Cerca in qualche modo di intercettare quel malessere che aleggia sin dall'inizio, ma che non viene mai esplicitamente manifestato.

È evidente che per riuscirci importante è stato avere un cast di attori eccezionale, coinvolto, pronto. Eppure è troppo lento. C'è un po' troppo esistenzialismo, filosofia sopra le righe.. letteratura...
Othello ha le mani sul viso. Siamo entrati in sala alle 20h30 senza cenare ed è quasi mezzanotte..
Ma il punto è... funziona il film?

Dopo quasi due ore, un paio di signori panzuti, si alzano gridando "Che noia!" e se ne vanno. Othello mi guarda con la stessa richiesta consapevole che se inizio un film, io lo guardo fino in fondo.. Guardo di tutto.

Alla fine di Winter Sleep, se ci si arriva, si è provati: non ci sono scorciatoie. E' come una maratona.
No, peggio. Perché qui ci si aspetta succeda qualcosa, ci sia una rivelazione di un qualche significato e invece.. non succede mai niente. Apparentemente.
Diciamo che non è un film per chi non ama la fatica.. Non è per chi non crede che qualcosa di buono è sempre alla fine di una grande fatica.
Eppure il mio maratoneta nero, uscendo, e ridendo come un pazzo dice:  "Falché, questa è l'ultima volta che vengo al cinema con te lasciandoti scegliere i films".
Vabbé, ha ragione. A vedere questi films ci devo venire da sola. O non me li godo.

"Sono al bar con amici". Sms di Mr D.
"Ah.. io ero a vedere Winter Sleep. Un pornazzo girato al polo nord con pinguini maggiorenni che guardano. Di soliti i pornazzi sono noiosi perché finiscono tutti uguali.. questo, invece, non finisce mai...".

The comedy of love..
Just to find a way out..
Just to find a fake mask of ligthness..
Just to find... just to find..

Nessun commento:

Posta un commento