venerdì 16 maggio 2014

Fra me e la vita


“Fra me e la vita
ci sono sempre stati dei vetri opachi.
Non ho mai saputo se era eccessiva
la mia sensibilità per la mia intelligenza
o la mia intelligenza per la mia sensibilità.”
(Fernando Pessoa)


Però ci sono sempre stati dei vetri. Che percepivo e su cui camminavo in bilico per tagliarmi anche un po'.
Si era rotto lo specchio della mia crescita e del mio divenire. Dicono che rompere un vetro porti sfortuna, anzi "sfiga".
Io ho percorso la mia vita in bilico tra la sensibilità e una specie d'intelligenza quasi istintiva o inconsapevole che mi faceva saltare, ogni tanto, un vetro tagliente.
Eppure è sempre rimasto opaco. Quello specchio. Anche se l'ho ricomposto in parte.
Con dosi di amore che percepivo, cercavo e capivo essere pertinenti al mio senso.
Però uno specchio rotto è uno specchio rotto.
Negli anni si sente la necessità di tagliarsi ancora o di meritarsi solo quell'opaco che non disegna niente. Neanche te stessa nel mondo.
E allora a niente valgono la sensibilità o l'intelligenza, se si alternano per salvare un mantenimento o una sopravvivenza.
Non mi sono ancora specchiata realmente. Non so neanche le cicatrici o i segni dei vetri sulla mia pelle come siano. Che forma abbiano.
Non so ancora se sia eccessiva la mia sensibilità per la mia intelligenza, o la mia intelligenza per la mia sensibilità.
L'amore mi aiuterà.

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